E a lei signorina, per la cortesia, ecco un mazzo delle mie preziose rose

Bonjour a tous! Come state passando questo 25 aprile?

Io vi scrivo dal mio appartamento, comodamente adagiata sul divano con gambe distese sul mio poggiapiedi vintage, accaparrato in un piccolo negozietto d’antiquariato sul lago di Garda, circa cinque anni fa.
Pc appoggiato sulle gambe, candela alla vaniglia accesa sul tavolino da salotto, tv accesa con l’ennesima visione de “Indocina” (1983) e il rumore del temporale in sottofondo.

Fortunatamente mi sveglio sempre di buon ora, e anche stamattina sono uscita per la mia usuale passeggiata.
Sul colle aleggiava già una nuvola scura, ma ciò non mi ha scoraggiata nel raggiungere la meta (ovviamente senza portarmi appresso alcun ombrello).

Impermeabile blu, pantalone di cotone bianco agevole, mocassino comodo con nappine, borsetta a tracolla, foulard di seta azzurro, libro sotto braccio ed ero pronta a farmi ricaricare dai raggi solari.

Comodamente adagiata nel dehor del Baretto, ho accompagnato il mio cappuccino di soia a un succo di mirtillo biologico senza zucchero. Ho letto per un’oretta abbondante, coccolata da un rilassante sottofondo di musica jazz. Il tempo sembrava peggiorare, e un cortese giovane serveur con occhi azzurro ghiaccio e baffi biondi da pittore d’oltralpe mi ha offerto una copertina in lana per scaldarmi.

Nella discesa di ritorno à la maison ho deciso di prendere le stradine più nascoste, facendo zig-zag tra i vicoli. Prendo una via sulla sinistra, sentendo del vociare provenire da quella direzione.
Vi era un dibattito in corso tra il signor Luigi e la signora Maria.
Lui stava potando delle meravigliose rose rosa che percorrevano la prima parte di siepe del loro giardino. Guantoni da giardiniere, occhiali da vista Dior con una catenella che li teneva saldi al collo (credo fossero di proprietà della moglie data la forma dell’occhiale “a occhi di gatto” e dagli strass luccicanti sulle bacchette. Devo dire che erano particolarmente donanti, gli davano una verve niente male).
La signora Maria non era affatto d’accordo sulla fattura della sua potatura, e metteva in discussione ad alta voce le sue doti, inclusa la vista.

Devo ammettere che era un quadretto molto simpatico e teatrale.

Luigi, presumo per svincolarsi dai rimproveri della moglie, ha deciso di coinvolgermi nella scena mentre passavo proprio al di sotto della siepe. “Signorina, lei che ci vede molto meglio di noi due messi insieme, che ne pensa, vero che è lineare?!”

Cogliendo dello sfinimento e una richiesta di aiuto passivo dall’ intonazione della domanda – e pensando in realtà che la siepe non avesse nulla che non andasse – gli dissi che da giù dove mi trovavo la siepe era drittissima e che le loro rose erano veramente meravigliose.

“Oh hai sentito Maria! Se lo dice anche la signorina non hai nulla di cui temere. Vieni qui che ti do un bel bacio!
E a lei signorina, per la cortesia, ecco un mazzo delle mie preziose rose”.

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