Palazzo Moroni, Bergamo
Vi avevo già raccontato delle mie visite a Palazzo Moroni durante la mia domenica con invito a bere del Franciacorta e come luogo in cui si è tenuto il concerto Musica con vista.
Sono tornata a fare visita alla residenza in occasione dell’apertura delle cinque stanze recentemente ristrutturate.
Nello specifico, vi delizio con un excursus delle stanze riaperte al pubblico lo scorso 22 novembre.
Mezzanino: l’appartamento del conte Moroni
Piccolo appartamento abitato fino al 2009 (anno del suo decesso) dall’ultimo rappresentante della famiglia, il conte Antonio Moroni. La parte che ho preferito è la zona cucina, in particolare le pareti affrescate.
Sala Gialla
La decorazione della stanza ottocentesca è avvenuta in occasione delle nozze tra Alessandro Moroni e la nobile milanese Giulia Resta, avvenute nel maggio del 1838. Bellissima la statua della bambina che legge, risalente al 1840 circa.
Sala Rosa
Ambiente dedicato a sala da pranzo; le pareti sono sui toni pastello del verde e dell’azzurro con delicati volatili affrescati e la tappezzeria color rosa.
Noterete nella stanza (e sparsi negli altri locali) molti dipinti a tema montano; il signor Carlo (volontario Fai), che mi ha intrattenuta con i racconti sul Palazzo, mi ha spiegato che trattasi tutti di paesaggi che ritraggono le Valli bergamasche circostanti, di cui molti incentrati su la loro dimora di villeggiatura della Val d’Astino.
Salottino Cinese e Sala Turca
Ambienti testimoni del dilagante apprezzamento per il gusto esotico e la chinoiserie, che iniziò a invadere nel tardo Settecento anche le corti lombarde.
Sul soffitto del salottino orientale risalente all’Ottocento è affrescato lo Zodiaco, e sulle pareti paesaggi immaginari; stupende le porcellane conservate nelle vetrine.
La Sala Turca, di gusto mediorientale con animali esotici, risultava una scelta avanguardista da parte della famiglia Moroni per quell’epoca. Un simbolo di buon gusto, di interesse verso il nuovo e l’inesplorato.
Sala Azzurra
Una collezione di ventagli, un baldacchino in legno, un inginocchiatoio intarsiato, quadri con paesaggi bucolici, tappezzeria e tendaggi sui toni del grigio, dell’azzurro e del blu. I colori riprendono quelli della notte, legati all’uso dell’ambiente, ovvero di una intima camera da letto.
Questa l’ultima stanza del percorso, che segue con l’uscita sul ballatoio per raggiungere il giardino all’italiana e l’ortaglia.
Vi consiglio vivamente la visita. La conservazione delle stanze, magistralmente eseguita, e il loro arredamento, fedelmente riprodotto grazie anche a donazioni di molti sostenitori, sfociano in una resa finale degli ambienti ricca e stupefacente che vi lascerà con la bocca aperta e il naso all’insù lungo tutto il percorso a Palazzo.
Vi auguro una Buona visita e vi aspetto alla prossima recensione