Napoleon (2023), Ridley Scott

Napoleon (2023), Ridley Scott

Siamo nella Francia del 1793 in piena Rivoluzione Francese dove tra teste mozzate e tumulti cittadini si aggira guardingo nell’anonimato un certo Napoleone Bonaparte, giovane generale dell’esercito di Francia.

Ridley Scott alla regia, avvezzo al cinema della grande storia, ci fa rivivere i momenti più salienti inscritti nei grandi libri; delle battaglie e del sangue versato in nome della conquista e della supremazia di un popolo. Gli eventi vengono attraversati in modo epico fungendo da sfondo del narrato, dove la centralità viene invece posta sugli uomini, convogliata verso l’essere umano nel suo sfaccettato mondo interiore, in una scalata emotiva a doppio senso; a volte si sale e a volte si scende.

Non vorrei soffermarmi sulle vicende storiche narrate, tra l’altro oggetto di sussulto per molti storici del Generale per delle dichiarate inesattezze che il film porterebbe in scena (Napoleone non sarebbe mai stato presente alla ghigliottina di Maria Antonietta, non avrebbe mai preso a cannonate le piramidi, non arrivava da una famiglia povera, era più giovane della moglie… vi lascio a proposito a fine articolo una selezione dei migliori libri sulla vita e le sue gesta) ma sulla descrizione emotiva e le impressioni che i personaggi hanno in me calcato; in particolare quello di Napoleone e Giuseppina.

Il grande imperatore di Francia interpretato da Joaquin Phoenix è impegnato nell’impresa della scalata al potere; i successi sul campo vengono accompagnati da capitomboli nel privato, cui iniziano a seguire anche i primi insuccessi in battaglia, poi il primo esilio all’Elba, la resa finale e l’ultimo esilio a Sant’Elena.

Un forte contrasto tra la grandiosità delle sue imprese e la nullità che sembra essere di fronte alla gestione emotiva delle svariate situazioni.

Così in battaglia come nella vita il fuoco sembra ardere solo in forza di una continua conquista ed espansione del suo ego; “un assetato di potere dalle cattive maniere” dietro cui si cela una grande insicurezza e ricerca di continui consensi e conferme personali, soprattutto dal mondo femminile.

Napoleon film (2023), Joaquin Phoenix

Napoleone è fisicamente goffo, non ha una figura atletica, è zoppo, ansimante e scoordinato durante gli sforzi fisici; lui non combatte, prende decisioni e conduce. Si carpisce una forte fragilità emotiva; un volto stanco e biancastro, occhi persi nel nulla oppure chiusi in meditazione nei momenti meno opportuni, con evidenti problemi nella gestione dell’ansia e un’incapacità relazionale che sfocia spesso in scenate di gelosia. 

Bonaparte ha anche un lato giocoso e passionale che emerge solo nel rapporto con Giuseppina (Vanessa Kirby), la sua prima moglie nonché unica e vera amante. Lei vedova di un generale giustiziato, due figli, capelli cortissimi e ammalianti occhi azzurri. 

Un amore reale, focoso e senza schemi (perlomeno da parte di lui), quanto adultero da entrambe le parti.

Giuseppina è una donna  forte che sa stare a fianco di Napoleone durante la sua ascesa; è lui che non può fare a meno di lei, e non viceversa. Lui le scrive lettere d’amore quando è in battaglia, lei invece è a casa che si intrattiene con un giovane aitante.

La Beauharnais è  il suo fuoco, il suo sprono e anche la sua croce; la moglie che non riesce a dargli un erede.

Segue un divorzio schiaffeggiato in pubblico, e un nuovo matrimonio in voce di un’alleanza combinata con Maria Luisa d’Austria.

Giuseppina morirà prima di lui facendolo sentire un niente senza di lei.

Napoleon ridimensiona le grandezze di un uomo costringendolo a porsi sul nostro piano, all’altezza dei nostri occhi, per rifletterci nei suoi e riconoscerci di fronte a fragilità che ci accomunano, non badando alla linea storica del tempo, quanto al paese di origine e al rango sociale.

Al racconto non importa delle magnifiche imprese che ci sono state tramandate -probabilmente frutto di passaparola storpiati- il senso che ho colto e che reclamo è il desiderio di mostrare il ventaglio dei tumulti interiori, con questi riconoscersi, simpatizzare, simbolicamente avvicinarci per non sentirci gli unici, non sentirci soli.

5 maggio 1821 – “Caro Napoleone, ti ho lasciato libero di andare in rovina. La prossima volta sarò io l’imperatore e deciderò io. Tua Giuseppina”.

Libri su Napoleone Bonaparte

Napoleon (2023), Ridley Scott- Giuseppina e Napoleone

Vi auguro una Buona visione e vi aspetto alla prossima recensione.

 


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